giovedì 26 febbraio 2009

I numeri della sabbia


Torno a scrivere dopo una pausa piuttosto lunga... finite le ferie Natalizie il tempo libero si è ridotto drasticamente ed il Blog ne ha fatto le spese. Torno a scrivere perchè volevo commentare l'ultimo libro letto.

Era da molto tempo che non dedicavo spazio alla lettura di un libro, mentre nelle ultime settimane sono tornato a questo piacevole passatempo. Ho letto due libri molto diversi tra loro che sono giunti a me seguendo due vie piuttosto diverse e comunque non sono stati scelti da me. Mi piace lasciarmi conquistare da un libro, non voglio essere sempre io quello che sceglie un libro... la scelta a volte "và subita" per evitare di trovarsi a leggere sempre le stesse cose.

Per questo mi piace ricevere in regalo un libro, a patto che sia stato scelto in modo pensato e non semplicemente perchè è un bestseller.

Per il mio compleanno degli amici mi hanno regalato L'Eleganza del Riccio di Muriel Barbery dopo che lo avevano letto e li aveva colpiti. Mi è piaciuto perchè tutto sommato sono un tipo piuttosto cervellotico e quindi mi piace la filosofia a patto che sia accessibile! Un trattato di filosofia moderna non lo reggerei, ma per lunghi tratti l'Eleganza del Riccio sembra proprio un trattarello di filosofia spiccia e tutto sommato non mi è dispiaciuto anche se lo ho trovato piuttosto freddo, non mi trasmetteva molto. Nel finale invece il libro si riprende e trovo che proprio la drammatica conclusione faccia fare un salto di qualità decisivo all'opera. Non lo rileggerei dall'inizio ma gli ultimi 3 capitoli li ho riletti con piacere e mi hanno trasmesso le stesse emozioni. Un libro è un bel libro se rileggendolo continua ad essere convincente.

Poco dopo aver terminato l'Eleganza del Riccio sono passato a trovare un amico per conoscere la nuova nata di casa. Nell'occasione lui aveva appena terminato di leggere un libro che gli era piaciuto davvero molto e me lo ha proposto. Si tratta de I Numeri della Sabbia di Roger R. Talbot un thriller religioso sulla falsariga del Codice da Vinci di Dan Brown. In questo caso ad esempio si trattava proprio del tipo di libro che non comprerei mai, ma vista la sua convinzione nel propormelo ho accettato il prestito volentieri e subito mi sono messo a leggerlo.

Questo libro non ha alcuna pretesa se non quella di donarti qualche ora di svago, e và quindi preso e giudicato per quello che è senza troppe pretese. Anche in questo caso è il finale del libro che mi ha convinto di più. Trovo un grosso merito di questi libri avere un finale forte considerando che molti libri anche belli vengono rovinati da un finale affrettato o comunque sbagliato.

Andando per ordine, la costruzione della trama non mi ha convinto al massimo anche se il libro risulta sempre scorrevole e godibile. Ho apprezzato anche le ambientazioni: Dublino (stò per andare in vacanza a Dublino e quindi ho letto quelle pagine con particolare curiosità), Torino (è una città che amo), Roma (come si fà a non amare Roma?).... certe scelte mi sono parse inutili stonature: mi riferisco in particolare nel finale alla preghiera della nuova Badessa contenente un messaggio piuttosto inutile per Liam. Sarebbe stato sufficiente intimare a Liam di fuggire al rumore di vetro rotto. Raffinatissimo per converso l'accenno alla Profezia Maya.... Quasi geniale. Del resto due profezie, se di vere profezie si tratta, devono per forza di cosa convergere!!!

Meglio il Codice da Vinci o I Numeri della Sabbia? Il primo ha fatto sicuramente più successo, ma mi sento anch'io di dare una preferenza al secondo. Il Codice da Vinci deve molto merito ad una storia già scritta e non certo da Dan Brown sulla quale Brown si è limitato ad intessere un Thriller e mi sia concesso neppure in modo particolarmente brillante, mentre Talbot ha messo tutta farina del suo sacco e lo apprezzo per questo... se vogliamo non apprezzo il fatto che abbia cercato di cavalcare l'onda del Codice da Vinci. E' il mercato Baby... Giusto così ma permettetemi di dissentire.

Insomma due libri che mi sento di consigliare anche se per ragioni piuttosto diverse. Il finale dell'Eleganza del Riccio difficilmente si può dimenticare mentre I Numeri della Sabbia vi può donare qualche ora di svago ma non è giusto aspettarsi niente di più. Se volete comprateli e leggeteli, ma il mio suggerimento è piuttosto di comprare e di leggere di tutto, di non fossilizzarsi. Il diverso arricchisce.

giovedì 1 gennaio 2009

La Duchessa


Ieri era l'ultimo giorno del 2008 e mi aggiravo intorpidito dal freddo per le strade di Faenza. Non avevo la benché minima idea di cosa fare per Capodanno e quindi mi si prospettava una serata triste. Una serata in solitaria può essere anche divertente o rilassante in genere, dipende molto dalla predisposizione del singolo soggetto, ma per l'ultima notte dell'anno tutto questo non vale!!! Vige una convenzione sociale secondo la quale l'ultimo giorno dell'anno deve essere per forza divertimento ed allegria e quindi ti senti in un certo senso obbligato a divertirti e se non riesci ad organizzarti ed a raggiungere l'obiettivo atteso finisci per sentirti una cacca d'uomo e ti intristisci. Non a caso il capodanno è in assoluto la festa che mi mette più tristezza di tutto l'anno, se fosse per me lo abolirei!!! Insomma mi aggiravo tristissimo con queste idee che mi giravano per la mente quando per puro caso mi sono imbattuto in un manifesto inatteso e per me sorprendente. Chi non è di Faenza deve sapere che per noi oramai la parola cinema coincide con il nome del grande multi sala aperto da qualche anno vicino al casello autostradale, il Cinedream. Esistono delle sale cinematografiche in centro, il cinema Italia ed il Sarti, che però oramai sono finite ai margini e propongono solitamente film non da botteghino e quindi spesso non faccio neppure caso alla loro programmazione. Mi imbatto dicevo nel manifesto pubblicitario relativo alla programmazione del cinema Sarti e non posso credere a quel che vedo!!! Proiettano La Duchessa, esattamente il film che avevo cercato qualche giorno prima al Cinedream senza trovarlo in programmazione perché al multi sala hanno lasciato spazio ai vari cine panettone del Natale.... ed infatti qualche giorno prima avevo visto al cinema Madagascar II, peraltro molto divertente!!!

Non mi sarei mai atteso di vedere in programmazione in centro il giorno di capodanno un film da me tanto atteso ed appena uscito nelle sale (è uscito il 24 dicembre 2008) e quindi preso dall'entusiasmo decido di andare!!! Il mio ultimo dell'anno si rischiara un poco sarà un giorno dedicato al bel cinema o almeno così speravo.... Devo dire che le mie attese non sono andate affatto deluse!!! Se dovessi scrivere un commento sul film che ho visto la mia recensione non si discosterebbe di molto da quella che potete leggere su FilmUP scritta da Andrea D'Addio con una piccola ma sostanziale differenza... io mi sono molto commosso soprattutto nel finale. Bravissimi gli attori, su tutti mi è molto piaciuta l'interpretazione del duca interpretato da Ralph Fiennes ma poi non nascondo che ho un debole per Keira Knightley sia come attrice che come donna e mi piacciono enormemente i film in costume. Anzi uno dei miei sogni è poter vestire i panni di un gentiluomo del XVII/XVIII secolo un giorno o almeno per qualche ora magari in una festa in costume. Una cosa che Andrea sottolinea e che mi piace mettere in luce in questo mio intervento odierno sul film è che tutti i personaggi vengono descritti in modo quantomai realistico senza l'uso dei classici stereotipi. Non c'è il classico personaggio cattivo che osteggia l'eroina, ogni personaggio ha il suo lato positivo ed il suo lato negativo. Anche il personaggio del duca va riletto nel contesto della società del XVIII secolo una epoca nelle quale le donne godevano di ben pochi diritti ed anche la nostra eroina su questo non fa eccezione certo, ma è proprio una foto di quel periodo storico senza forzature. Insomma a me è proprio piaciuto, le due ore sono proprio passate senza che me ne rendessi conto e con un po' di dispiacere che lo spettacolo fosse già finito, oltre che con le lacrime agli occhi come già accennato prima. Andrea d'Addio indica, in modo non troppo convinto per la verità, come unica pecca una trama un po' troppo semplice e banale e su questo non sono daccordo. E' una storia vera ed agli eventi reali ci si deve attenere. Qualsiasi forzatura sulla storia a mio avviso avrebbe rovinato da magia di un'opera realista molto ben riuscita. Unica pecca della serata, ma è addebitabile ai gestori della sala, è la proiezione di tutto il secondo tempo della pellicola leggermente sfocato. Questo cosa mi ha un poco fatto girare gli zebedei...

Uscito dalla sala, il tempo di passare dalla piazza principale di Faenza dove si stava esibendo il tristissimo Trio Italiano di fronte a qualche decina di pensionati (che tristezza) ed ho deciso che dovevo chiudere la serata con un bel brindisi a me stesso... E dunque sono andato all'Enoteca Astorre all'angolo con Corso Garibaldi e mi sono regalato un bicchiere di Chianti passito. Assaporato in meditazione, quasi in dormiveglia, lentamente. E' stato davvero inebriante!!!

Buon Anno a chi mi ha letto fin qui.